Quando
parlo di cinema con qualcuno che conosco mi trovo quasi sempre a citare nomi e
film che la persona in questione non conosce. E non si tratta certo di film d’autore
di qualche pseudo intellettuale, ma di film divertenti o commoventi, geniali
proprio per la loro semplicità.
Queste
stesse persone sanno però tutto di Julia Roberts e Tom Hanks, conoscono tutta
la filmografia di Christian Bale, non perdono un film di Jack Black o Ben
Stiller. Ma se parli loro di un attore di qualche anno fa, buio totale. E non
parlo solo di nomi che, pur avendo fatto la storia del cinema, sono
indiscutibilmente collocati molti indietro negli anni, come James Stewart o
Rock Hudson. Conto sulle dita di una mano i miei coetanei che conoscono Walter
Matthau e Jack Lemmon. E perdonatemi, ma è una vergogna. Perché Matthau e
Lemmon, con la loro squisita ironia, con i loro manierismi, con la loro
perfetta chimica, in tutti i film che hanno realizzato ci hanno parlato di noi,
dell’amicizia, della vita, e negli ultimi anni perfino della vecchiaia e della
morte. Temi scomodi, ma affrontati col sorriso e con una visione della vita
tipicamente americana da cui avremmo anche da imparare.
Matthau
è morto nel 2000. Lemmon, l’altra metà della coppia, l’anno dopo. Non stiamo
parlando di Joan Crawford che è morta nel 1977 o di Cary Grant che si ritirò
dalle scene a metà anni ’60. Si tratta di due degli attori più divertenti della
storia del cinema, eppure sembra che ai giovani d’oggi non interessi nulla di
quello che non è loro contemporaneo.
Certo, Matthau e Lemmon sono morti, ma i loro film continuano e continueranno per sempre a vivere. Ignorare la loro esistenza, è come ignorare Michelangelo, Raffaello, Caravaggio. Anche loro sono morti, ma i loro dipinti restano come patrimonio dell’Umanità e nessuno si sognerebbe mai di darli meno importanza rispetto ai dipinti dei pittori contemporanei. Mentre per quel che riguarda il cinema, ciò che non è contemporaneo sembra non avere più alcun valore. E questa, come ho già detto, è una vergogna.